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lunedì 23 giugno 2014

Puerto Plata Market - Aldo Nove (1997)

"Ci sono diversi tipi d'amore.
Con le videocassette o con le donne e i trans.
O anche i gay.
Oppure i giornalini. Ti concentri meglio.
Nei film, devi bloccare con il telecomando al momento giusto.
Con i giornalini diventa più comodo.
L'amore con le donne è il più tremendo.
E ti fa male."
Michele


TRAMA
Michele è un trentenne che lavora in uno stabilimento che produce materie plastiche in un'anonima cittadina del nord Italia. Grandissimo fan della Juventus, di Beautiful, dei film porno e dell'Ikea. 
Siccome ha appena chiuso una lunga relazione con Marina, che l'ha tradito, decide di mollare tutto e di partire per la Repubblica Dominicana, destinazione Puerto Plata. Là, ne è sicuro, riuscirà finalmente a trovare l'amore, che egli paragona continuamente ad una specie di distorto "Gratta e Vinci", ma nel frattempo si perde tra le corsie del Supermarket Silverio Messon, affascinato dalle bibite e dalle merendine locali, una versione più povera e sconosciuta dei prodotti venduti in Italia. 
Qui conosce anche Paolo, Andrea e Gianni, tre italiani residenti da tempo a Puerto Plata che gli faranno da Virgilio in questo paese del quale Michele non sa assolutamente nulla, se non che le donne sono bellissime e sempre disponibili verso gli stranieri.

RECENSIONE
Puerto Plata Market ovvero "L'italiano medio in tour ai Caraibi". Si potrebbe anche intitolare così infatti questo bel romanzo dal deciso sapore agrodolce di Aldo Nove, al secolo Antonio Centanin, uno dei maggiori esponenti di quella generazione di giovani scrittori italiani che, negli anni novanta, vennero riuniti sotto l'etichetta dei cosiddetti "Cannibali".
Al di là delle definizioni, più o meno appropriate e che secondo me lasciano sempre il tempo che trovano, venendo al sodo io vi dico che questo libro, che comprai tantissimi anni orsono dopo aver seguito una brillante ospitata dell'autore al "Maurizio Costanzo Show", mi è piaciuto parecchio, e fin da subito. 
Mi è piaciuto perchè racconta una storia apparentemente folle, ma che in realtà rappresenta il sogno proibito di tantissimi uomini delusi dalla vita e che, pur non ammettendolo mai, vorrebbero veramente trovare il coraggio di Michele e lasciarsi tutto quanto alle spalle alla ricerca di un qualcosa che non si sa nemmeno se esista, uno specie di Santo Graal dei giorni nostri. E in tanti l'hanno pure trovato questo coraggio, o incoscienza, a seconda di come la pensiate.
Mi è piaciuto anche perchè descrive un'Italia che io ho vissuto e a cui mi rimanda, con tutte le innumerevoli citazioni di prodotti oggi ormai scomparsi, ma che quando ero piccolo rappresentavano dei veri must. Sono altresì convinto che la stessa cosa potrebbe capitare a tantissimi miei coetanei (coloro che vanno dai trentacinque anni in sù) in quanto spesso la scrittura disinvolta di Nove spazia di frequente dal presente al passato, utilizzando spesso la tecnica del flashback con frequenti incursioni nostalgiche negli anni settanta-ottanta.
Michele, che l'autore tratteggia in modo volutamente caricaturale, incarna il simbolo dello squallore in cui è sprofondato il nostro amato Paese, dove un sacco di persone (e non sempre per colpa loro) sono convinte che tutto quello che proponga la televisione rappresenti la Bibbia e che vivono in un perenne trip consumistico.
Poi c'è il lato più umano di Michele, un uomo che, seppur non sia un mostro di sensibilità, soffre veramente per l'abbandono di Marina e che, nonostante tutto, crede ancora nei sentimenti con un'ingenuità a tratti toccante.
Così si abbandona al sogno di poter vivere una nuova vita in quello che tutti dicono essere un vero paradiso tropicale, a patto di avere soldi a sufficienza. Non sarà esattamente così, come arriverà a scoprire nel corso della storia, ma troverà ugualmente un modo di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Scritto con un buon ritmo e pregno di citazioni di ogni tipo, e caratterizzato da un linguaggio particolarissimo ed accattivante (che a me ha ricordato un po' Bret Easton Ellis), Puerto Plata Market narra un piccolo spaccato del'Italia post-tangentopoli, dove il cittadino disilluso dalla politica e dalle istituzioni era ormai rassegnato al fatto che "tanto sono tutti ladri" e che bisognasse per prima cosa pensare a sè stessi. Ora invece si pensa per prima cosa al nuovo modello di telefonino o di iPhone che dir si voglia. 
Dopo aver toccato il fondo, non è vero che si risale, si può anche iniziare a scavare. Parere assolutamente personale, naturalmente.

BF

Nella nostra libreria:
Aldo Nove
Puerto Plata Market
ed. Einaudi Stile Libero
204 pag.

 





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