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giovedì 26 giugno 2014

In fuga - Jim Thompson (1958)

"La fuga è tante cose. Qualcosa di pulito e rapido, come un uccello che lambisce il cielo. O qualcosa di sudicio e strisciante, una serie di movimenti da granchio in una melma simbolica e reale, un procedere furtivo, saltando di lato, correndo all'indietro."
James "Jim" Myers Thompson

TRAMA
Doc McCoy è un criminale dal grande carisma e dotato di un sangue freddo fuori dal comune. La moglie Carol, giovane ex bibliotecaria, è graziosa ma anche un po' insicura e sempre preoccupata di poter deludere il marito. Insieme, come novelli Bonnie & Clyde, rapinano banche. Ora Doc è da poco uscito di carcere in seguito ad una condanna che gli è stata ridotta non di poco grazie all'adorata Carol che "ha fatto un po' la carina" con l'incorruttibile giudice Beynon. 
Doc organizza così un colpo che dovrebbe essere quello definitivo, con il quale ci si possa sistemare per sempre e che sul momento riesce anche bene, se non fosse che il suo complice, Rudy "Testa di torta" Torrento, si rivela uno psicopatico violento ed inaffidabile tanto da costringere McCoy a levarlo di mezzo. Ma Rudy, pur ferito gravemente, non muore, ed anzi si mette sulle tracce dei due coniugi che a questo punto sono braccati non solo dalla polizia, ma anche da un ferocissimo assassino desideroso di vendicarsi al più presto.

RECENSIONE
Brutale. Sporco. Folle. Sono questi i primi aggettivi che mi vengono in mente per definire al meglio questo libro, uno tra i più noti, di Jim Thompson.
Probabilmente vi sarà capitato di vedere il film del grande Sam Peckinpah Getaway!, con Steve McQueen ed Ali McGraw o il suo più recente remake (manco a dirlo, pessimo) con Alec Baldwin e Kim Basinger, ma forse non sapete che sono la trasposizione cinematografica proprio di questo romanzo.
Ma, pur essendo il film di Peckinpah assolutamente degno di nota e la performance di Steve McQueen nei panni di Doc indubbiamente grandiosa, vi sono alcune piccole, ma importanti, differenze con il libro. 
Il McCoy di Peckinpah, tanto per cominciare, è il classico "ladro gentiluomo" con un profondo senso dell'onore e che fugge in quanto la vita in prigione gli risulta intollerabile. Il protagonista di In fuga invece è un individuo sì apparentemente cordiale e signorile, ma in realtà è una vera iena del tutto priva di scrupoli. Inoltre, la galera non lo spaventa affatto ma la vede semplicemente come un ostacolo, una seccatura. Soprattutto perchè lui ha ormai passato i quaranta ed un'altra condanna potrebbe significare per lui la fine della storia con la dolce Carol che è molto più giovane di lui e bella scalpitante.
Un libro molto più fisico e d'azione rispetto ai lavori dei primi anni cinquanta dello scrittore di Anadarko, più incentrati sull'aspetto psicologico dei personaggi. Qui abbiamo gente massacrata di botte, spari in faccia, donne prese a calci ed altre violenze assortite con le quali Thompson riesce magistralmente a distribuire una forte dose di ferocia all'interno di una trama molto più lineare del solito e, forse anche in virtù di questo, più facilmente assimilabile da un pubblico più vasto.
Ancora una volta devo tessere le lodi di questo autore dal talento sopraffino ed alquanto sottovalutato, e che vanta un sempre più crescente pubblico di estimatori composto tra l'altro anche da alcuni nomi eccellenti come Stephen King e Bruce Springsteen, da sempre fan accaniti di Mr. Thompson.
L'unico aspetto negativo riguarda il numero piuttosto esiguo di opere tradotte in italiano, in particolare se consideriamo la sua sterminata produzione, ma io attendo fiducioso.

BF

Nella nostra libreria: 
Jim Thompson
In fuga (The Getaway)
ed. Fanucci Editore
177 pag.
traduzione di Anna Martini


 


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