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giovedì 12 giugno 2014

Il mio anno preferito - AA.VV. (2001)

"Un giornalista si disse pronto a mangiarsi una zolla d'erba del Carrow Road se il Norwich avesse vinto il campionato. Quando prendemmo una batosta in casa dell'Arsenal - analizzata nel dettaglio dai guru della tivù - si potè quasi sentire il sospiro di sollievo esalato da tutta la stampa specializzata. Grazie a Dio avrebbe vinto qualcuno di cui avevamo già sentito parlare e non quella banda di villani rifatti con le pezze al culo di... da dove hai detto che vengono? [...]
Il Norwich purtroppo non se li può permettere i salari da quattromila sterline a settimana, così i calciatori migliori se ne vanno a Londra o nel Nord-ovest, con contratti esorbitanti. E poi, chi ci vuole andare a stare nel Norfolk, dove a farti compagnia ci sono solo il cielo immenso e il rombo dei camion che trasportano le barbabietole da zucchero?"
D.J. Taylor (da 'Fattene una ragione, Hansen' - Norwich City 1992-93)

RECENSIONE
Iniziano oggi i Campionati del Mondo di calcio in Brasile e, da appassionato e tifoso di calcio quale sono, permettemi di parlarvi di un libro a tema calcistico. Mi pare già di vedervi sbuffare, tutti voi a cui del calcio non ve ne può fregare di meno, ma pazientate solo un attimo prima di spedirmi a quel paese perchè qui oggi parliamo di un lavoro che, pur essendo indubbiamente legato a questo sport, non si tratta affatto di un libro di basso livello come si potrebbe pensare. Eh no, niente affatto: basti dire infatti che questa è un'antologia curata da un certo Nick Hornby (che fornisce alla causa un racconto a dir poco splendido), il quale ha riunito dodici tifosi sfegatati tra giornalisti, scrittori ed addirittura un paio di insegnanti universitari, chiedendo loro di scrivere una storia su di un'annata della loro squadra del cuore che essi ricordano con particolare piacere. 
Così sfogliando le pagine di Il mio anno preferito si scopre che, oltre ad essere tutti racconti che si leggono piacevolmente, permeati da una sagace ironia e da un profondo fatalismo (due qualità queste che un tifoso di calcio dovrebbe assolutamente avere, anche per evitare tristi derive nell'idiozia alle quali purtroppo assistiamo sempre più spesso), alcuni di questi si rivelano essere dei piccoli, sorprendenti gioiellini. È il caso ad esempio del contributo di Roddy Doyle che apre il volume. Repubblica è una bellissima parola ci dà modo di seguire l'esaltante cammino della nazionale irlandese ai mondiali di Italia '90 durante i quali, da debuttante assoluta, la selezione dell'isola di smeraldo riuscì ad arrivare fino ai quarti di finale dove venne eliminata proprio dall'Italia padrona di casa. Doyle descrive magistralmente l'atmosfera che si respirava nei pub di Dublino all'interno dei quali egli assisteva alle partite, nel bel mezzo di una bolgia infernale a base di canti, urla e Guinness. Particolarmente toccante il resoconto dei festeggiamenti che seguirono la storica vittoria ai rigori dell'Irlanda su di una Romania sulla carta decisamente più forte.
Un'altra perla a mio avviso è Illusioni di grandeur di Olly Wicken, che ci narra della sua esperienza come raccattapalle ufficiale del Watford 1974-75 quando, da dodicenne innamorato del calcio e della musica pop, ebbe la possibilità di vedere da vicino e di conoscere i propri idoli.
Tra i migliori racconti non si può non annoverare Il vizio di Abbey di Nick Hornby. L'autore di uno dei più bei libri che siano mai stati scritti sul calcio (sto parlando ovviamente di Febbre a 90') accantona per un attimo la sua notissima passione per l'Arsenal in virtù della squadra che seguiva ai tempi in cui si era trasferito a Cambridge per motivi di studio. Non potendo fare la spola con Londra ogni fine settimana, aveva finito così col seguire la squadra locale, il Cambridge United, e ad affezionarsi anche ad essa. Ma, al contrario della maggior parte dei racconti presenti in questa antologia che narrano stagioni coronate da successi o da promozioni, Hornby dimostra ancora una volta di essere dotato, oltre che di un talento fuori dal comune, anche di un fantastico sense of humour parlando di quella che fu per il Cambridge United una stagione disastrosa e che costituisce ancora oggi il record negativo in tutte le categorie professionistiche britanniche in fatto di incontri consecutivi senza una vittoria: ben trentuno! Ironia della sorte: il match che pose fine alla maledizione, la vittoria per 1-0 sul Newcastle, costò carissimo ai magpies che persero partita e promozione sul campo di una squadra retrocessa già da tempo.
Chiudo infine segnalando il miglior episodio del lotto che è a mio giudizio Take my whole life too di Harry Ritchie. Lo scrittore scozzese ci guida attraverso la stagione 1992-93 che permise alla sua squadra, i Raith Rovers di Kirkcaldy, di ottenere la promozione in massima serie grazie ad una cavalcata esaltante. Ritchie era in quel periodo lontano dalla propria città natale, pertanto seguiva la partite tramite la radio o, sistema che rappresenta una delle peggiori torture per il tifoso di calcio, attraverso gli aggiornamenti (perennemente imprecisi ed in ritardo) del televideo. Commovente poi il padre che, ogni lunedì, si premurava di spedire al figlio la registrazione VHS dell'incontro giocato nel weekend. Ma come in ogni gran finale che si rispetti, arriva il colpo di scena: per la partita decisiva ai fini della promozione, Ritchie si prende un giorno di permesso e torna a casa appositamente per assistere al trionfo dei Raith Rovers direttamente sulle gradinate, insieme al papà. E confesso che mi sono venuti i brividi quando, a pochissimi minuti dalla fine, con la vittoria abbondantemente acquisita, tutto lo stadio intona i seguenti versi che penso conosciate tutti:

Take my hand
Take my whoole life too
For I can't help
Falling in love with you

Buon mondiale a tutti.

BF

Nella nostra libreria:
AA.VV. (a cura di Nick Hornby)
Il mio anno preferito. Storie di calcio (My Favourite Year: A Collection of Football Writing)
ed. Guanda Editore
245 pag.
traduzione di Massimo Bocchiola, Giovanni Garbellini e Giuliana Zeuli









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