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venerdì 27 giugno 2014

Dal libro al film: Il diario di Bridget Jones - Helen Fielding (1995)

ATTENZIONE!!! Questo post contiene spoiler sul libro Il diario di Bridget Jones e sul film tratto da esso. Se non avete letto il libro e/o visto il film, vi sconsigliamo di proseguire con la lettura del post.
 

"Ma Cristo santo, quella zuppa è blu!"
Daniel Cleaver

IL LIBRO
Single, tabagista, amante dell'alcool e perennemente a dieta: la trentaduenne Bridget Jones approfitta della nascita di un nuovo anno per cercare di mettere ordine nella sua vita, elencando una serie di buoni propositi e raccogliendo nel suo diario i (pochi) successi e le (molte) sconfitte. Circondata da Felicemente Sposati, la povera Bridget è perennemente sotto pressione affinché trovi un ragazzo (Zitella! Zitella!). Al tradizionale buffet freddo di Capodanno a casa di Una e Geoffrey Alconbury, ad esempio, le presentano lo snob (e orrendamente vestito) Mark Darcy, neodivorziato, con il quale decisamente la scintilla non scocca affatto.
A lei, in effetti, piace Daniel Cleaver, il suo capo: ed infatti con lui inizia anche una relazione; ma l'uomo si rivela un fedifrago, e così a giugno la povera ragazza si trova (di nuovo) senza un ragazzo e con la necessità di cambiare lavoro. Come se non bastasse, la madre, in una vera e propria crisi di mezza età, ha lasciato il marito, si è messa con un imbonitore portoghese, con il quale verosimilmente conduce una vita sessuale molto più attiva della figlia.
Ma Bridget è una romanticona, sognatrice ed ottimista, per quanto prenda continuamente delle batoste, e decide di prendere il toro per le corna: si trova un nuovo lavoro in televisione, cerca di non assecondare troppo la madre nelle sue follie e di sostenere il padre, prosegue testardamente con la sua dieta e con il tentativo di ridurre sigarette ed alcool, ed in svariate occasioni incontra nuovamente Mark Darcy.
Pian piano, tra una cena tra amici che si trasforma da ipotetico paradiso della nouvelle cuisine a completo disastro a base di zuppa blu e una fuga della mamma in Portogallo per sfuggire alla polizia, la nostra eroina riuscirà a mantenere almeno uno dei suoi buoni propositi per l'anno, e si troverà (finalmente!) fidanzata, nientepopodimenoché con Mr. Darcy. Esilarante, in fondo al libro, il riassunto annuale di: alcolici, sigarette, calorie, biglietti della lotteria, chiamate al 1471 ecc.; come dice Bridget, "Per essere passato un solo anno, ho fatto enormi progressi".

IL FILM

In generale, trovo che tra una commedia inglese e una americana (o italiana, anzi ultimamente è anche peggio) ci sia un vero e proprio abisso, come paragonare uno spettacolo di Vittorio Gassman ad una recita scolastica. Il diario di Bridget Jones non fa eccezione: il suo humour tipicamente British è divertente ed accattivante, e la sinergia tra produzione e autrice è stata vincente in tutti i campi, dalla scelta del regista a quella degli attori.
Va infatti segnalato il fatto che la Fielding, nello scrivere il romanzo che l'ha consacrata come la madre della chick-lit, non ha fatto mistero di essersi ispirata al celeberrimo Orgoglio e pregiudizio, tanto da aver chiamato uno dei tre protagonisti Darcy, proprio come il Mr. Darcy che, nell'opera di Jane Austen, fa innamorare di sè Elizabeth Bennet. Al pari del suo omonimo, Mark Darcy è decisamente orgoglioso e un po' snob, ma le analogie non si fermano qui: nello stesso anno in cui uscì il Diario, uno sceneggiato della BBC sul capolavoro della letteratura inglese ottenne un grandissimo successo, e la stessa Bridget cita un bellissimo Mr. Darcy interpretato da Colin Firth. Ebbene, fu proprio la Fielding ad insistere perché fosse lo stesso attore a recitare nei panni del suo corrispettivo moderno. Inoltre anche Hugh Grant, che pure viene citato nel romanzo, calza perfettamente i panni dell'affascinante-e-un-po'-figlio-di-puttana Daniel Cleaver, rendendolo irresistibilmente odioso, o odiosamente irresistibile se preferite.
Più complicata fu la scelta della protagonista: inizialmente cercavano infatti un'attrice inglese, ma poi optarono per l'americana Renée Zellweger, che si dimostrò professionalissima. Immediatamente si recò a Londra per studiare dizione (una sorta di My fair Lady odierna?) e, ancora più difficile psicologicamente, accettò di ingrassare 12 chili per poter interpretare la perennemente in lotta con la bilancia Bridget. Più forte ancora va dunque applaudita la sua impeccabile prova recitativa: nemmeno prendendo in considerazione tutte le più brave attrici del mondo riuscirei a trovare una che potrebbe interpretare meglio la protagonista.
Come trama il film rispecchia abbastanza il romanzo: certo, hanno dovuto apportare qualche modifica e qualche taglio, soprattutto a causa della difficoltà di rendere su pellicola tutto ciò che su carta è il pensiero di Bridget. Ma anche qui Helen Fielding è stata molto brava, e per fortuna non dobbiamo assistere ad un ennesimo caso di prostituzione letteraria in cui un autore, davanti probabilmente ad un gran bel mucchio di soldi, decide che in fondo vedersi stravolgere completamente la propria opera non è così grave.
Insomma: brava l'autrice, bravi gli attori; bello il libro, bello il film. Non vi resta che decidere se leggere prima il romanzo e guardare poi la versione su pellicola o fare al contrario.


BW

Nella nostra libreria:
Helen Fielding
Il diario di Bridget Jones (Bridget Jones's Diary)
ed. BUR
315 pag.
traduzione di Olivia Crosio

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