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domenica 29 giugno 2014

Actarus. La vera storia di un pilota di robot - Claudio Morici (2007)

"<<Non l'ho fatto apposta, Dottore.>>
<<E ci mancherebbe!>>
<<Giuro, sono cose che capitano...>>
<<Alcor, a te capitano sempre! Hai disintegrato una scuola di ballo!>>
<<Ho anche distratto il mostro che aveva bloccato Goldrake con i raggi protonici, che ne sapevo che stavano facendo il saggio?!?>>
<<Alcor, guardami. Ti ricordi com'eri quando ci siamo conosciuti?>>
<<Certo che me lo ricordo.>>
<<Ti ricordi come mai ti chiamavano tutti Alcol?>>"
Alcor e il dottor Procton

TRAMA
Anno 2076. La Terra è da tempo in guerra contro Vega che continua ad attaccare il nostro pianeta con i suoi terribili mostri combattenti. Ma per fortuna c'è Goldrake, il gigantesco robot pilotato da Actarus, un ragazzo bello e coraggioso, che riesce ogni volta a respingere i feroci assalti degli extraterrestri.  Che seguono sempre lo stesso copione, come se fosse un qualcosa di già prestabilito. Anche tre o quattro volte alla settimana.
Il problema è che Actarus non ce la fa più, è stufo di questa routine fatta solo di lavoro tra combattimenti, esplosioni e briefing presso l'Istituto Spaziale. Non ne può più del dottor Procton e dei suoi interminabili discorsi-fiume sulla necessità di difendere la razza umana, sull'importanza di rimanere UNITI. E non ne può più nemmeno del maldestro Alcor che, da ex alcolizzato, tedia il povero Actarus con continue raccomandazioni sui pericoli delle dipendenze. E neppure di Venusia, ninfomane e dalla personalità inconsistente, o dei tecnici dell'Istituto Spaziale che ormai passano tutto il loro tempo a navigare su chat-line di appuntamenti. 
E così il nostro eroe per tirare avanti si imbottisce di Peroni e guarda programmi spazzatura alla tivù, chiedendosi se ne valga davvero la pena di continuare a fare questa vita. Vorrebbe tornare su Fleed, la sua stella natale, per staccare un po' la spina, rilassarsi e godersi un assaggio della tanto decantata spregiudicatezza sessuale delle ragazze del luogo, ma purtroppo al momento c'è troppo da fare e quelli dell'Istituto non possono permettersi di mandarlo in ferie.
Ed allora avanti sempre allo stesso modo, tra alabarde spaziali, magli perforanti e folli messaggi video dei ribelli di Vega che assumono sempre di più i deliranti toni dei comunicati delle organizzazioni terrostiche. Finchè un giorno Actarus si imbatte per caso in Roberta, anoressica attivista no global che si batte per le cause più disparate e della quale si innamora perdutamente.
Roberta così insinua nell'ingenuo Actarus il sospetto che le cose non siano sempre come sembrano, anzi... 
Ed è così che avviene l'inimmaginabile.

RECENSIONE
A volte può succedere che un libro ci colpisca e susciti il nostro interesse fin dalla copertina. Ebbene per me con Actarus - La vera storia di un pilota di robot è stato esattamente così. D'altronde non poteva essere altrimenti con un titolo del genere, capace di risvegliare in me (e sono certo anche in tanti altri) bellissimi e lontani ricordi di pomeriggi passati davanti alla televisione a seguire le avventure di Atlas UFO Robot e di tanti altri cartoni animati che un tempo andavano per la maggiore. Noi trentacinque-quarantenni, in particolare, siamo proprio la generazione che ha subito in pieno l'invasione dei cosiddetti "robottoni giapponesi", che per noi bambini di allora rappresentavano degli eroi in tutto e per tutto, tanto da ritrovarci ogni giorno in cortile, non solo per giocare, ma anche per commentare le puntate appena terminate, in un corrispettivo infantile di un qualsiasi "Bar Sport".
Ammetto che non conoscevo Claudio Morici quando ho acquistato questo romanzo, e non sapevo esattamente cosa aspettarmi, ma devo dire che lo scrittore romano si è rivelato un autore sorprendente, brillantissimo ed assolutamente folle, nel senso migliore del termine.
Morici prende uno dei più amati cartoni di culto dei tardi anni settanta e ne fa una parodia divertente ed acutissima, senza lasciarsi andare a forzature esagerate o stupide.
Ed è questo il lato geniale di Actarus; il fatto cioè che, pur essendo tutta la storia rivisitata in maniera grottesca ed ironica, ci sia anche la possibilità di cogliere diversi riferimenti ad alcune situazioni molto attuali e, pur senza volersi prendere troppo sul serio, Morici ne fa una critica piuttosto decisa.
E poi c'è tutta una serie di momenti estremamente esilaranti, dove si ride davvero alla grande, e che ci mostrano i nostri eroi alle prese con i piccoli problemi di tutti i giorni come la spesa, o le serate passate a chiacchierare nei bar alla moda senza combinare nulla, e che ce li rendono un po' più umani.
Oppure ci sono le piccole rivalità tra piloti di robot, come può avvenire in qualsiasi altra categoria. Ed ecco allora che veniamo a conoscenza di come, sotto sotto, Actarus non sopporti Jeeg Robot d'Acciao ("Possibile che continuino ancora a scambiarmi per lui?!") o lanci frecciatine velenose a Daitarn 3 ("Con quell'alettone sembra un turco dello spazio...") oppure venga sfottuto senza pietà da quel macho ottuso di Gundam ("Guarda che se ti piace il pisello non fa niente, resti sempre mio amico, basta che con me fai finta di nulla e non parli di queste cose, ok?").
Insomma se volete divertirvi vi consiglio caldamente questo strabiliante omaggio confezionato veramente col cuore, come solo un fan poteva fare, e se eravate patiti del cartone non potete in alcun modo esimervi dal leggerlo. Tuttavia, se appartenete invece alle generazioni successive e per voi Goldrake non è altro che qualcosa che odora di preistorico, potreste ugualmente farvi due sane risate con questo gioiellino e, chissà, trovarvi di colpo a cercarne i DVD o le vecchie VHS. Il tutto perchè magari anche in voi è scoccata la stessa scintilla che colpì noi, bambini dagli occhi sgranati all'inverosimile, mentre venivamo avvertiti dalle materne annunciatrici RAI a proposito delle scene di violenza presenti nel programma, come avveniva ogni giorno a partire da quel fatidico 4 aprile 1978.

BF

Nella nostra libreria:
Claudio Morici
Actarus. La vera storia di un pilota di robot
ed. Meridiano Zero
222 pag.







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