BW&BF

domenica 25 maggio 2014

Vodka, ci sei? Sono io, Chelsea - Chelsea Handler (2008)

"<<Tu dovresti scrivere favole. [...] Non ho idea del perché tu scriva storie vere quando hai ovviamente un'immaginazione che potrebbe competere con quella di J. K. Rowling.>>
<<Preferisco pensare di essere brava a cavarmi d'impiccio.>>
<<No, Chelsea, bravo a cavarsi d'impiccio è chi riesce a pensare a qualcosa in fretta quando ne ha bisogno. Le tue bugie invece non sono mai necessarie e, sopratutto, sono grottesche.>>
Sarah e Chelsea

TRAMA
Definire "bizzarra" la vita di Chelsea Handler (nota comica e conduttrice televisiva americana) è quantomeno un eufemismo: è incapace di trattenersi dall'inventare balle colossali (non necessariamente allo scopo di togliersi da qualche impiccio),  ha l'assoluta necessità di bere come minimo una vodka al giorno, forse causa (o effetto?) della totale mancanza di inibizioni per quanto riguarda il suo corpo, e come se tutto ciò non bastasse ha una cerchia tra famigliari e parenti a dir poco folle.
Vodka, ci sei? Sono io, Chelsea è, se non una vera e propria autobiografia, un insieme di dodici, divertenti folli aneddoti che spaziano dai suoi nove anni al 2008, anno di pubblicazione del libro.

RECENSIONE
A volte l'occasione, se non fa l'uomo ladro, gli permette di scoprire comunque piccoli tesori: spulciando tra una lista di libri superscontati mi sono imbattuta nell'originale titolo di oggi, e pur non conoscendo Chelsea Handler sono andata subito a vedere di cosa parlava. Bisogna proprio fare un plauso a chi, della Mondadori, ha scritto il risvolto, che è anche la descrizione che viene riportata nel sito di e-commerce che stavo consultando: è stato proprio quello a convincermi che Vodka, ci sei? Sono io, Chelsea aveva tutta l'aria di un'occasione da non lasciarsi sfuggire.
Non solo: tra tutti i libri dell'ordine che io e BarFly abbiamo fatto (150 € tutti in un colpo, alé!) ho voluto cominciare proprio con quest'opera che prometteva davvero bene. E devo dire che non ho fatto nessun errore di valutazione: in appena un paio d'ore mi sono divorata tutte le sue 255 pagine, interrompendomi solo di quando in quando per scoppiare a ridere, rendermi conto che sembravo matta e spiegare a BF perché ridevo.
I casi sono due: o Chelsea Handler è davvero una bravissima scrittrice ed è riuscita ad inventarsi tutte queste storie strampalate di sana pianta, oppure lei e la sua famiglia ebreo-mormona sono DAVVERO così fuori di testa come sembrano, e questi aneddoti sono veri. In realtà c'è una terza opzione, che unisce i primi due: Chelsea Handler non è una bravissima scrittrice ma è davvero una contapalle compulsiva, e per tirarsi fuori da qualche pasticcio (magari dover consegnare in tempo un manoscritto) ha inventato la sua "visita" in un carcere femminile, oppure il suo cespuglioso "amichetto" pel di carota, così come la disastrosa vacanza in Costa Rica con il padre Melvin.
Qualunque sia la verità che sta dietro alle vicende di Chelsea, Vodka, ci sei? Sono io, Chelsea è un libro davvero spassoso ed irriverente, ma che riesce paradossalmente allo stesso tempo a sembrare genuino, che vi strapperà sicuramente più di una risata. Un ottimo esempio di scrittura al femminile leggera e divertente pur senza mai diventare sciocca (vi verranno in mente altri aggettivi simili, come "demente", ma sempre nell'accezione positiva dei termini).

BW

Nella nostra libreria:
Chelsea Handler
Vodka, ci sei? Sono io, Chelsea (Are you there, Vodka? It's me, Chelsea)
ed. Mondadori Strade Blu
255 pag.
traduzione di Giuseppe Manuel Brescia

 

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