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lunedì 9 dicembre 2013

Paddy Clarke ah ah ah! - Roddy Doyle (1993)

"All'inizio sentii solo papà, gridava ma come si fa quando ci si sforza di non farlo, e si finisce col gridare lo stesso; era una specie di sussurro urlato. Mi venne da battere i denti... Comunque anche mamma stava gridando. Ora li sentivo tutti e due, e anche se non afferravo le parole, era chiaro che si trattava di un'altra delle loro liti... Ci provai di nuovo.
Mi tappai le orecchie e sussurrai appena: <<Stop, fermi, basta.>>
Tesi le orecchie. Aveva funzionato! Avevano smesso di litigare; ero riuscito a fermarli."
Paddy Clarke


TRAMA
Siamo nel 1968, Paddy Clarke è un bambino di dieci anni che vive con i genitori a Barrytown, un sobborgo di Dublino, e che ha tra i propri eroi il capo pellerossa Geronimo ed il fuoriclasse nordirlandese del Manchester United, George Best.
Paddy ha un fratellino, Francis detto Sinbad, che si diverte a tormentare di continuo, e due sorelline molto piccole di nome Catherine e Deirdre, che lui considera poco più che due scocciatrici.
Ha molti amici Paddy, ed insieme a Kevin, James, ai fratelli Aidan e Liam O'Connell ed allo stesso Francis, si divertono un mondo a combinare guai, a giocare a calcio in strada e ad accendere fuochi nei campi circostanti.
Barrytown infatti fa parte di una superficie ancora relativamente incontaminata dal processo di cementificazione che sta coinvolgendo altre zone della città, ma i cantieri dove Paddy e la sua banda passano i pomeriggi a giocare stanno iniziando a spuntare sempre piu' numerosi anche li'.
La mamma di Paddy è "la migliore che ci sia nei paraggi" e il padre, Patrick, è "simpaticissimo" e, sebbene non vivano nel lusso, si può dire che i Clarke tutto sommato non se la passino affatto male.
La classica famiglia felice quindi? E invece no, perchè poco a poco il bambino si accorge che i suoi genitori litigano sempre più spesso. Aspettano che i figli vadano a dormire e poi di colpo iniziano con le discussioni, sempre più frequenti e sempre più accese. Perchè tutto questo? Paddy, che è il narratore in prima persona della storia, non riesce proprio a capacitarsene e questo lo fa stare terribilmente male. E poi per quale motivo anche i suoi compagni di giochi da qualche tempo si comportano in modo strano con lui? Come quella volta che fuori dalla scuola si è azzuffato con un ragazzo più grande e nessuno dei suoi amici ha mosso un dito per aiutarlo.
E poi c'è anche Francis, che non vuole più essere chiamato Sinbad e che si è chiuso totalmente in se stesso e non parla più con nessuno...
Ma soprattutto perchè due persone splendide come mamma e papà non riescono più a volersi bene?

RECENSIONE
Un libro sull'infanzia, ma non solo. Scritto proprio come lo scriverebbe un ragazzino di quell'età, in modo totalmente spontaneo e confusionario. 
Doyle si trova perfettamente a suo agio in questo tipo di esposizione, e con grande abilità salta spesso di palo in frasca, per poi riprendere dopo qualche pagina il discorso interrotto in precedenza, con l'irrequietezza e l'entusiasmo che solo un bambino di dieci anni può avere.
Assistiamo così a momenti divertenti e che fanno sorridere, e io stesso mi sono stupito ed anche un po' commosso notando che spesso il protagonista fa un sacco di cose un po' sciocche e insensate, ma che sono praticamente le stesse che facevo anche io. Un esempio su tutti: correre in tondo ossessivamente, fino a farsi venire la nausea. Un passatempo del tutto stupido e senza senso eppure... eppure evidentemente un bambino irlandese degli anni sessanta non era poi troppo diverso da uno nato in Italia nel decennio successivo...
Ma il particolare più toccante di questo romanzo, che nel 1994 è stato insignito del prestigioso Booker Prize, è proprio la reazione disperata ed illogica di Paddy quando sente il papà e la mamma litigare: si tappa le orecchie e trattiene il respiro, come se questo piccolo "rito" avesse il potere di farli smettere. 
Francamente devo dire che questo è un libro che mi ha fatto molto riflettere, e credo che Doyle abbia voluto scriverlo per ricordarci fino a che punto un bambino possa soffrire nel momento in cui inizia a rendersi conto che i propri genitori non vanno più d'accordo, e quanto indifeso esso sia in un momento del genere.
Paddy Clarke ah ah ah! è tutto questo, ma non solo. É anche il suono di una risata, perchè spesso ci rende partecipi di momenti piacevoli e buffi, ma è una risata che verso la fine si fa molto amara, diventando quasi beffarda.

BF


Nella nostra libreria:
Roddy Doyle
Paddy Clarke ah ah ah! (Paddy Clarke Ha Ha Ha!)
ed. Guanda Editore
285 pag.
traduzione di Laura Noulian




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