BW&BF

giovedì 31 ottobre 2013

Le notti di Salem - Stephen King (1975)

"<<Il ragazzo non è suo figlio.>>
<<No.>>
<<Ha fatto una strana confessione. A dire il vero, in tanti anni di servizio divino non avevo mai udito una confessione tanto strana.>>
<<Questo non mi sorprende.>>"
Padre Gracon e Ben Mears

TRAMA
Ben Mears è uno scrittore di successo, e per il suo prossimo romanzo ha deciso di ispirarsi agli avvenimenti accaduti molti anni prima in una villa di Jerusalem's Lot, il paesino dove aveva vissuto da bambino.
Si trasferisce dunque a 'salem's Lot, in una pensioncina, e ben presto fa la conoscenza di alcuni abitanti del luogo. In particolare si lega a due persone: stringe subito amicizia con il professore di letteratura del liceo locale Matt Burke e inizia una relazione con la giovane studentessa Susan Norton.
Ma contemporaneamente al suo trasferimento, altri due uomini misteriosi vanno ad abitare a Casa Marsten, proprio la villa al centro delle attenzioni di Ben. Da allora avvengono dei fatti strani ed oscuri, fino alla scomparsa di un bambino ed alla tragica morte di suo fratello, appena più grande.
Ma come Salem ben presto scoprirà, questo non è che l'inizio dell'orrore; e Ben, Matt e Susan, aiutati dal medico del paese Jimmy, dal dodicenne Mark e dal prete cattolico Padre Callahan dovranno lottare per sopravvivere a forze maligne e soprannaturali.

RECENSIONE
Secondo romanzo di Stephen King, può essere considerato il primo del filone horror vero e proprio.
Se a tratti manca del ritmo e della capacità di coinvolgimento che hanno reso altre opere dello scrittore del Maine degli autentici capolavori, getta comunque le basi per alcuni di essi.
Un esempio lampante è il concetto che il Male sia una sorta di umore che fuoriesce, al pari del sudore o delle lacrime, dal corpo degli uomini, e che esso possa impregnare dei luoghi che diventano essi stessi delle calamite che convogliano verso di sè presenze e forze malvage. Questa teoria viene esposta chiaramente ne Le notti di Salem, per poi essere il fulcro di altri romanzi tra i più famosi di King, come Shining, di cui vi ho già parlato, e del meraviglioso It, a mio modesto parere forse il più bello in assoluto.
Un'ottima lettura propedeutica all'immaginario del Re del Brivido, ideale per una notte di Halloween da incubo.

BW

Nella nostra libreria:
Stephen King
Le notti di Salem ('Salem's Lot)
ed. Bompiani
441 pag.
traduzione di Carlo Brera


L'orrore di Dunwich - Howard Phillips Lovecraft (1929)

"I forestieri si recano a Dunwich il meno possibile, e da quando vi sono accaduti certi fatti raccapriccianti tutti i cartelli stradali sono stati tolti. Due secoli fa, quando non si ironizzava sul culto delle streghe, l'adorazione di Satana e le presenze misteriose nei boschi, era comprensibile che sussistessero buoni motivi per evitare il posto. Nella nostra smaliziata era - poichè l'orrore di Dunwich del 1928 fu messo a tacere da coloro che avevano a cuore il benessere del villaggio e del mondo - la gente lo sfugge senza sapere perchè."
 Howard Phillips Lovecraft

TRAMA
Cosa sta succedendo a Dunwich, solitario villaggio sperduto tra le montagne del Massachussetts? Perchè la regione è invasa dalle sterpaglie, i campi coltivati appaiono brulli e gli alberi crescono giganteschi? Perchè le fattorie sparse qua e là sembrano tutte decrepite ed abbandonate, mentre le persone che le abitano sono silenziose ed hanno un aspetto a tratti quasi deforme? Ed infine, per quale ragione la notte in cui Lavinia, la figlia albina del signor Whateley, ha partorito, si sono uditi dei rimbombi inquietanti e si sono viste strane luci nei pressi della vicina montagna?
Lavinia Whateley non è sposata e vive con il vecchio padre pazzo, che in passato era stato anche accusato di stregoneria, voci che ricominciano a circolare con insistenza dal momento che nessuno riesce a capire chi possa essere il padre del neonato.
Inoltre Wilbur, così è stato chiamato il bambino, ha sospette sembianze caprine ed a pochi anni di età ha già una corporatura da adolescente. 
Il bestiame intanto seguita a scomparire vittima di un misterioso predatore e i pochi abitanti di Dunwich sono in preda al terrore mentre continuano a circolare terrificanti dicerie, la più spaventosa delle quali parla di un antico ed oscuro libro chiamato Necronomicon, che i Whateley starebbero cercando insistentemente.

RECENSIONE
Chiedermi di parlare bene di Lovecraft per me è come sfondare una porta spalancata, quindi non intendo annoiarvi con le miriadi di aggettivi strabilianti che da sempre accompagnano lo scrittore di Providence. Quando dico "da sempre" intendo dire naturalmente da quando ha tirato le cuoia, dal momento che, come al solito, quando era vivo non se lo filava nessuno.
E pensare che pure io ci ho messo un bel po' a capirlo e ad apprezzarlo: infatti da teenager che andava matto per l'horror ed i suoi derivati, mi nutrivo di pane e Stephen King e quindi, quando su consiglio di alcuni amici, mi avvicinai a Lovecraft, per me fu uno shock.
Descrizioni minuziose che parevano infinite, questo continuare a raccontare senza mai (mi sembrava) arrivare al punto, alla paura vera ed io, abituato com'ero alle storie del brivido dal forte impatto come It o Pet Sematary, trovavo tutto ciò quasi insostenibile.
Ma la colpa era solo mia, avrei dovuto avere più pazienza... e così qualche anno dopo decisi di fare un altro tentativo che, sicuramente grazie alla mia maggior esperienza acquisita come lettore, andò clamorosamente a segno.
Questo per dire che i racconti di Lovecraft richiedono un certo impegno ma vi posso assicurare che, anche se il ritmo che viene impresso alla storia spesso non è travolgente, la paura prima o poi arriva. Ed è paura autentica signori, anzi io lo chiamerei TERRORE allo stato puro.
Le atmosfere malate che Lovecraft è capace di creare sono inconfondibili ed hanno fatto scuola e basterebbe solo citare le centinaia di migliaia tra scrittori, registi e musicisti che egli ha influenzato per rendersi conto di quanto sia stato fondamentale.
Insomma, poche cose a questo mondo possono essere considerate indiscutibili ed a mio personale parere una di queste è il fatto che, potrà piacere o no, ma senza H.P. Lovecraft il genere oggi conosciuto come horror sicuramente non sarebbe lo stesso.

BF


Nella nostra libreria:
Howard Phillips Lovecraft
Dalla raccolta "Tutti i racconti 1927-1930"
L'orrore di Dunwich (The Dunwich Horror)
ed. Oscar Mondadori
44 di 557 pag.
traduzione di Claudio De Nardi


mercoledì 30 ottobre 2013

SPECIALE HALLOWEEN!!!

DOMANI  GIOVEDI'  31  OTTOBRE  2013
GRANDE SPECIALE DI HALLOWEEN CON LE RECENSIONI DI DUE CAPOLAVORI
DELLA LETTERATURA HORROR CREATI DA DUE DEI PIU' CELEBRI MAESTRI
DEL BRIVIDO DI TUTTI I TEMPI!!!



L'ORRORE DI DUNWICH - H.P. LOVECRAFT

LE NOTTI DI SALEM - STEPHEN KING



BUONE CIMITERIALI LETTURE!




La collina dei conigli - Richard Adams (1972)

"Oh, Moscardo! È da qui che proviene! Ora lo so... Una cosa molto brutta! Qualcosa di terribile... E vicina, vicina."
Quintilio

TRAMA
La tranquilla vita della conigliera di Sandleford viene bruscamente turbata quando Quintilio, un giovane coniglio, ha una terribile visione in cui assiste alla distruzione della tana. Molti lo prendono per pazzo e non danno importanza alla sua premonizione, ma riesce comunque a convincere un gruppo di altri conigli a fuggire. Tra di essi c'è suo fratello, il saggio Moscardo, che diventa il leader del gruppo.
Ben presto i fuggiaschi si imbattono in un coniglio che propone loro di unirsi alla sua conigliera. Sembrerebbe la soluzione a tutti i loro problemi: lo spazio ed il cibo sono infatti abbondanti, ma un senso di inquietudine e di morte non riesce ad abbandonarli. E infatti ben presto scoprono che la zona intorno alla conigliera è piena di trappole piazzate dall'uomo, così Moscardo decide che per lui ed i suoi compagni il viaggio verso una nuova casa non si è ancora concluso.
E finalmente una delle visioni di Quintilio che gli mostrava la salvezza si avvera: arrivano a Watership Down, la collina di Watership, nell'Hampshire, il luogo perfetto dove iniziare una nuova vita tranquilla e sicura.
Se non fosse per un particolare, a cui nessuno aveva pensato prima: il gruppo è composto solo da conigli maschi. E così i piccoli, grandi protagonisti della storia dovranno continuare a combattere per garantire la loro sopravvivenza ed il loro futuro.

RECENSIONE
Nato dalla fantasia di Adams come storia per le proprie figlie, La collina dei conigli è un bellissimo romanzo anche, e forse di più, per adulti. Come La fattoria degli animali, di cui vi ho già parlato, ha per protagonisti non degli esseri umani ma degli animali con caratteristiche antropomorfe, che potrebbero far pensare appunto ad un gaio libro per l'infanzia; ma come il romanzo di Orwell, i suoi contenuti sono profondi ed a tratti crudeli. Certo, se si analizza l'opera come una fiaba nel senso letterario del termine, con uno scopo didattico ed un insegnamento morale, allora si può considerare un esempio di ottima letteratura per ragazzi. Ma personalmente, pur adorando sia il libro sia il cartone animato tratto da esso, sconsiglierei ad un pubblico troppo giovane l'impatto con questa storia.
I temi del racconto non sono originalissimi, certo: dalla Bibbia sembra tratta la visione di Quintilio che gli mostra la terra promessa, ovvero la collina di Watership; dall'Odissea di Omero le peripezie, pericolose ed a volte mortali, del viaggio verso la tanto agognata meta; e dallo stesso capolavoro di Orwell possiamo notare analogie riguardo i temi sociali come la ricerca della libertà, la tirannia, la solidarietà e la vita di comunità.
Insomma, La collina dei conigli è un libro completo, perché può essere letto con diversi approcci, dal più immediato, per cui probabilmente è anche nato, in cui ci si limita a gustarsi la storia avvincente, a quello più profondo, dove si può fare un'analisi socio-letteraria del romanzo e scoprire ancora di più che quella che si sta leggendo è un'opera stupenda.

BW

Nella nostra libreria:
Richard Adams
La collina dei conigli (Watership Down)
ed. BUR
487 pag.
traduzione di Pier Francesco Paolini

  

martedì 29 ottobre 2013

Il deserto dei Tartari - Dino Buzzati (1940)

"<<Signor capitano!>> [...]
<<Cosa c'è? [...] Cosa c'è?>> [...]
<<Niente! Desideravo salutarla!>> [...]
<<Chi è?>> [...]
<<Tenente Drogo!>>"
Il tenente Giovanni Drogo e il capitano Ortiz

TRAMA
Giovanni Drogo è un giovane tenente che è stato assegnato in organico alla Fortezza Bastiani, in un non meglio identificato paese al confine con la Pianura dei Tartari.
Per quanto la Fortezza sia considerata strategica dal punto di vista militare, proprio perché è l'ultimo avamposto che può scongiurare il pericolo di un'invasione da parte del nemico, Drogo non vede in essa alcuno sbocco per la sua carriera, e immediatamente chiede la possibilità di essere trasferito in città.
Ma viene convinto dal maggiore Matti a pazientare solo quattro mesi, dopodiché ci sarebbe stata la visita medica e il giovane tenente avrebbe potuto chiedere il trasferimento per motivi di salute.
E così, seppur con riluttanza, Drogo accetta. E i quattro mesi si trasformano in un'intera vita, passata all'insegna dell'attesa: dapprima, quella del trasferimento; poi ad essa subentra quella dell'arrivo del nemico, degli invasori, che darebbe un senso all'esistenza di tutti gli abitanti della Fortezza Bastiani.

RECENSIONE
Perché Il deserto dei Tartari è considerato un capolavoro della letteratura contemporanea? Perché Buzzati è riuscito a creare un romanzo pressoché perfetto.
Attenzione, però, con questo non intendo dire che sia un libro semplice ed accattivante. Tutt'altro: proprio la sua peculiarità, la lentezza, che scandisce sia la narrazione sia la vita di Drogo ed in generale della Fortezza, fa sì che sia un libro "difficile". Ma in nessun altro modo lo scrittore bellunese avrebbe potuto ricreare l'atmosfera della Fortezza, lo stato d'animo dei soldati, la lentezza dell'attesa che allo stesso tempo non fa capire loro, se non quand'è troppo tardi, che nell'attesa la loro vita scorre e passa.
Pigre e lente passano le giornate, i mesi, gli anni, ma nonostante il ritmo calmo vi è perennemente un senso di suspance; e quando accade qualcosa si pensa (i soldati pensano, Drogo pensa, il lettore pensa) subito che finalmente la tanto agognata guerra stia per cominciare.  E qualcosa in effetti accade. Durante la sua permanenza alla Fortezza, Drogo è testimone di avvenimenti tragici, talmente assurdi da inorridire il lettore (almeno a me è accaduto così) per la natura effimera della vita umana.
Della storia non sono indicati né i tempi (si sa solamente che comincia quando Drogo ha ventuno anni e che termina quando ne ha cinquantaquattro) né i luoghi (si sa solo che la Fortezza Bastiani confina a Nord con il deserto, o pianura, dei Tartari, e che si trova su una montagna). Come poteva essere altrimenti? Buzzati ha infatti voluto rappresentare col suo romanzo la vita dell'uomo, volta ad inseguire ideali e speranze di fatti che probabilmente non avverranno mai, in una quotidianità abitudinaria che, poco a poco, la consuma fin quando non ci si accorge, ormai tardi, che è passata e non tornerà più indietro. E proprio per questo doveva essere un romanzo senza tempo né luogo.
In conclusione a mio modestissimo parere Il deserto dei Tartari è un vero e proprio capolavoro della letteratura e forse anche della filosofia, da leggersi possibilmente in giovane età col tentativo di fuggire dal destino che accomuna molti uomini: quello di trascorrere una vita breve e finalizzata soltanto al raggiungimento della sua stessa conclusione.

BW

Nella nostra libreria:
Dino Buzzati
Il deserto dei Tartari
ed. La Biblioteca di Repubblica
192 pag.

 

lunedì 28 ottobre 2013

Figlio di Dio - Cormac McCarthy (1973)

"Stamattina la mia vecchia mi ha detto una cosa, ha detto: È una punizione. Il prezzo del peccato, e così via. Io le ho risposto che per giustificare tutto questo bisognava che ogni singola persona della contea di Sevier fosse marcia fino al midollo."
Mr. Wade

TRAMA
Siamo nella contea di Sevier, Tennessee, in una di quelle zone rurali popolate da disperati bianchi che, ancora fino a qualche decennio fa, praticavano il linciaggio e trovavano normale portarsi a letto la propria figlia oppure ricoprire di catrame e piume chi veniva accusato di barare al gioco.  
White trash, spazzatura bianca, così vengono chiamate in America le persone cresciute in questi luoghi dimenticati da Dio.
Qui vive Lester Ballard, sbandato vestito di stracci e che si diverte a sparare ai topi con il suo vecchio fucile, che sa usare molto bene, e che va pazzo per il micidiale whisky fatto in casa. 
Lester tira avanti così tra un furtarello, una catapecchia abitata abusivamente e qualche capatina dal guardiano della discarica, per fare due chiacchiere e per sbirciare le sue nove figlie.
Poi, durante un inverno particolarmente rigido, Ballard scopre forse la sua vera natura e, non accontendandosi più di spiare le coppiette che si appartano in macchina nella piazzola vicino casa sua, inizia ad uccidere.
Ma questo è solo l'inizio e Lester Ballard arriverà a fare ben di peggio.

RECENSIONE
Questo è un racconto dell'orrore. Dove per orrore non si intende quello classico, che magari possiamo intravedere in qualche serie tv di successo, ma l'orrore che appartiene a questo mondo, l'orrore vero. Niente zombi, licantropi o vampiri bensì violenza, miseria, stupri, incesti, bambini mentalmente ritardati e altre cose ancora più atroci. 
Cormac McCarthy, con uno stile crudo e stringato ma che sa anche cogliere e descrivere immagini di rara suggestione, ci narra una storia che spaventa. Perchè parla di cose reali, di situazioni raccapriccianti e schifose, e lo fa benissimo; ed in alcuni frangenti poi è proprio ciò che non viene detto, ciò che si intuisce, a lasciare ancora più sgomenti.
Spesso viene da chiedersi, durante la lettura di questo libro, che cosa spinga il protagonista a compiere certi azioni abominevoli, a trasformarsi in quell'oscena creatura delle montagne che ama cacciare i suoi simili. La cosa forse più sconcertante è che non c'è una ragione. Semplicemente accade, punto e basta. 
Non cercate significati reconditi dietro ai suoi gesti e non cercate nemmeno messaggi di "critica alla società americana" da parte dell'autore, in quanto sarebbe solo uno sterile esercizio mentale.
La verità è che la violenza e l'omicidio sono il più delle volte assurdi ed immotivati, quindi si potrà ragionare sull'argomento finchè si vuole ma, come ci insegna McCarthy, spesso sarà del tutto inutile.
È una lezione dura e difficile da accettare, quella che ci impartisce questo romanzo,  però io penso che sia anche una lezione che se compresa nei giusti termini, possa risultare utilissima.
Un libro che, nonostante sia un vero e proprio cazzottone alla bocca dello stomaco, credo si debba assolutamente leggere anche perchè scritto in modo eccellente e con una "non-trama" che conquista e che coinvolge fino all'ultima riga.

BF


Nella nostra libreria:
Cormac McCarthy
Figlio di Dio (Child of God)
ed. Einaudi
168 pag.
traduzione di Raul Montanari






domenica 27 ottobre 2013

L'isola del tesoro - Robert Louis Stevenson (1883)

"Quindici uomini sulla cassa del morto, yo-ho-ho!
E una bottiglia di rum!
Il vino e il diavolo hanno fatto il resto, yo-ho-ho!
E una bottiglia di rum!"
La Canzone dei Pirati

TRAMA 
Jim Hawkins è un 14enne che vive a Black Hill Cove, un borgo marinaro nell'Inghilterra sud-occidentale, intorno al 1750. I suoi genitori sono i proprietari della locanda "Admiral Benbow", che si affaccia direttamente sul mare.
Un giorno fa il suo ingresso nella taverna un vecchio marinaio dall'aspetto truce e che porta con sè una cassa. L'uomo, che vuole essere chiamato semplicemente "Capitano", si insedia come inquilino a tempo indeterminato e richiede una camera con la vista sulla baia. Il ragazzo è molto turbato ed insieme affascinato dal rude lupo di mare che passa il tempo ad ubriacarsi, ad intimorire gli altri avventori ed a scrutare l'oceano con un cannocchiale.
Un giorno Jim viene preso in disparte dal capitano che gli promette una bella mancia ogni mese se l'avvertirà tempestivamente della presenza in paese di un uomo con una gamba sola.
Dopo qualche tempo, si presenta all' "Admiral Benbow" un mendicante cieco, che  chiede a Jim di condurlo da Bill Bones alias "Il Capitano", perchè deve consegnargli la macchia nera che, nel gergo piratesco è una specie di avviso di condanna a morte. Bones, ricevuto il messaggio, viene colto da un malore e sentendosi prossimo alla fine, confida al giovane di essere stato al servizio del leggendario pirata chiamato Capitano Flint, e di essere scappato con qualcosa di importante che serve per ritrovare un fantastico tesoro.
Nel giro di qualche giorno, nonostante le sapienti cure del dottor Livesey, Bill Bones muore e così Jim, che nel frattempo ha perso il padre, si mette a frugare nella cassa del vecchio capitano con l'intenzione di prendere qualcosa come risarcimento, dal momento che l'ex pirata già da un po' non pagava l'alloggio.
Grande è la sorpresa del ragazzo quando trova il baule pieno di dobloni d'oro e, su consiglio della madre, decide di prendere solo ciò che gli spetta. Tutto ad un tratto però un gruppo di pirati irrompono al piano di sotto con intenzioni assai poco amichevoli, così madre e figlio fuggono in preda alla paura, ma non prima che Jim riesca ad impossessarsi di un pacchettino contenente una tela cerata recante disegni e strane annotazioni.
I due così scappano e chiedono rifugio al dottor Livesey, persona di buon cuore nonchè importante magistrato, al quale il ragazzo mostra il pacchettino che contiene quello che si rivela essere il diario di Flint, con all'interno una mappa per arrivare ad un tesoro.
Livesey contatta quindi il cavalier Trelawney, un armatore di sua conoscenza, al fine di ottenere una nave per poter organizzare una spedizione, naturalmente raccomandandosi di non rivelare a nessuno il vero scopo del viaggio.
Trelawney inizia così ad ingaggiare l'equipaggio per la goletta, che viene ribattezzata "Hispaniola", tra i quali vi è anche colui che viene assunto come cuoco di bordo, un personaggio dall'aria torva che cammina con l'aiuto di una gruccia, in quanto privo di una gamba.

RECENSIONE
"Si può dire di essere stati adolescenti davvero, se non si è mai letto L'isola del tesoro?". Non ricordo chi l'ha detto, ma non potrei esser più d'accordo con questa affermazione, essendo questo a mio giudizio, IL romanzo di formazione per eccellenza.
Ricordo ancora quando lo lessi per la prima volta, in quarta elementare, prendendolo a prestito dalla piccola biblioteca della mia scuola (Dio benedica le vecchie biblioteche scolastiche!). Un libro vecchio, con le pagine ingiallite e mezze strappate riattaccate con lo scotch, e con le illustrazioni dai colori un po' sbiaditi che raffiguravano alcuni dei protagonisti.
E' uno di quei libri che, se li leggi a quell'età (e magari anche qualche anno dopo), ti fanno subito desiderare di trovarti a vivere un'avventura straordinaria, in mezzo a pirati senza scrupoli, isole misteriose ed inestimabili tesori, circondato dal blu dell'oceano. Tutto questo persino ad uno come me che, addirittura, non ha nemmeno mai impararato a nuotare.
Penso che il fascino de L'isola del tesoro stia tutto qui, semplice eppure notevolmente efficace anche al giorno d'oggi, dal momento che si tratta tuttora di una delle opere letterarie che vantano il maggior numero di adattamenti, siano essi dichiarati oppure no.
Un libro per ragazzi? Certo, ma anche per chi vuole tornare a sentirsi tale per un po'. E per farlo, si è sempre in tempo.

BF

Nella nostra libreria:
Robert Louis Stevenson
L'isola del tesoro (Treasure Island)
ed. BUR ragazzi
320 pag.
traduzione di Bianca Maria Talice  


 



 
 

sabato 26 ottobre 2013

Eldest - Christopher Paolini (2005)

ATTENZIONE!!! Il libro di cui stiamo per parlare è il secondo del Ciclo dell'Eredità. Se non avete letto il precedente, intitolato  Eragon, vi sconsigliamo di proseguire con la lettura del post.



"Può qualcuno essere davvero buono se non ha mai avuto l'opportunità di comportarsi male?"
Eragon

TRAMA
Sono passati tre giorni da quando Eragon ha ucciso Durza, lo spettro servitore del malvagio re Galbatorix. La battaglia del Farthen Dûr è terminata, e mentre i Varden riprendono le forze il loro capo Ajihad, insieme a Murtagh ed ai maghi Gemelli, parte all'inseguimento degli Urgali.
Purtroppo però cadono vittime di un'imboscata, Ajihad muore ed i suoi tre compagni scompaiono, rapiti dalle creature caprine.
Eragon e Saphira, a loro volta, sono ad Ellesméra insieme ad Arya, ed il loro scopo è ora apprendere tutti gli insegnamenti di Oromis, l'ultimo Cavaliere sopravvissuto, e del suo drago dorato Glaedr. L'apprendistato consiste in esercizi fisici, per migliorare le capacità combattive dei due, fino ad eguagliare e superare quelle degli elfi, e nell'imparare sempre più parole e formule magiche nell'Antica Lingua.
Ma l'allontanamento di Eragon dalla nativa Carvahall purtroppo non è sufficiente a garantire al piccolo villaggio di contadini la salvezza da nemici umani e non. E così suo cugino Roran convince la maggior parte degli abitanti del paese ad abbandonare le loro case per fuggire dai soldati di Galbatorix e dalle altre creature malvage al suo servizio, dirigendosi verso il Surda nel tentativo di unirsi ai Varden.
Grandi sorprese ed enormi prove di coraggio attendono i protagonisti della storia; ma la vera impresa sarà capire di chi si possono realmente fidare.

RECENSIONE
Che Christopher Paolini sia un nerd è innegabile. Chiariamoci, per me non si tratta di un'offesa, bensì di una caratteristica neutra (come se avessi detto "è castano"), se non addirittura di un complimento, dal momento in cui io stessa mi considero tale.
Ora, se si va a leggere la spiegazione del concetto di nerd su wikipedia si trovano chiari riferimenti alla passione per la fantascienza, per il genere fantasy nonché per i giochi di ruolo che caratterizzano queste persone.
E proprio come un gioco di ruolo, i personaggi di Paolini, accumulando "punti esperienza", si evolvono e crescono di livello: il Cavaliere Eragon ed il suo drago Saphira apprendono le arti magiche e del combattimento grazie agli insegnamenti del duo Cavaliere-Drago Oromis-Glaedr, arrivando il ragazzo addirittura a diventare un semi-elfo; Roran, ottenuta l'arma "martello", diviene a sua volta un valoroso guerriero a capo di un esercito, seppure improvvisato.
Come avevo già preannunciato nel mio post precedente, questo secondo capitolo del Ciclo dell'Eredità, forse proprio grazie all'evoluzione dei personaggi e dello stesso autore (in fondo anche lui ha accumulato 593 "pagine esperienza"), è più avvincente del suo predecessore.
I combattimenti sono molto dinamic e ben descritti, e compensano momenti più tranquilli ed a volte un po' noiosi, come ad esempio nella Weldenvarden, quando Eragon vive insieme agli elfi, imparando i loro usi e costumi e la loro filosofia di vita.
In definitiva Eldest è un discreto esempio di narrativa fantasy; di certo non può essere paragonato alle opere dei "mostri sacri" del genere, ma è comunque un romanzo tutto sommato piacevole da leggere.

BW

Nella nostra libreria:
Christopher Paolini
Eldest (Eldest)
ed. BUR Big
792 pag.
traduzione di Maria Concetta Scotto di Santillo

 

venerdì 25 ottobre 2013

Giulietta e Romeo - Roberto Piumini (1992)

"Pazzo amico mio, ho visto quale! Tra tante perle, qui dentro, hai scelto un pezzo di brace!"
Mercuzio

RECENSIONE
Roberto Piumini è uno scrittore italiano che ai miei occhi ha un grandissimo merito: non solo aver scritto libri per ragazzi, ma anche aver tradotto ed adattato grandi classici della letteratura mondiale, riproponendoli in chiave più moderna e leggera in modo che fossero alla portata anche di un pubblico più giovane e meno maturo.
E questo è un gran merito, dal momento in cui un ragazzo che ama leggere e si appassiona ai libri diverrà un adulto bibliofilo.
Considerando le statistiche che ogni tanto si sentono, in cui più della metà degli italiani non legge nemmeno un libro l'anno, direi che si tratta di un'impresa meritevole di un grande plauso.
Il libro che vi propongo oggi, anche se forse molti di voi non saranno più dei ragazzini, è la sua versione della celeberrima tragedia di William Shakespeare, per cui ho ritenuto superfluo riportare la trama. La peculiarità dell'opera infatti non consiste nella storia, ma nel modo in cui è proposta.
La maggior parte del libro riporta il capolavoro shakespeariano in maniera abbastanza fedele, pur inserendo molte note esplicative a pié di pagina (si tratta pur sempre di un testo per ragazzi), ma quello che colpisce è il finale, che mostra in chiave diversa e romantica la sorte dei due innamorati più famosi del mondo.
Se vi sentite troppo grandi per leggere questa versione edulcorata di Giulietta e Romeo, potete sempre tenere questo libro in considerazione nel caso in cui dobbiate fare un regalo ad un bambino. Ricordate che un libro costa meno di una bambola o di un videogioco e sicuramente è più formativo e stimolante per la fantasia di chi lo riceve.

BW

Nella nostra libreria:
Roberto Piumini
Giulietta e Romeo
ed. Einaudi Scuola
107 pag.


giovedì 24 ottobre 2013

Un uomo da niente - Jim Thompson (1954)

"C'è qualcosa di orribilmente buffo, nel genere di guaio che è capitato a me. La gente ci ride sopra, magari in privato, ma lo fa. Ti rivolgono sorrisi e sguardi pieni di comprensione, e nel frattempo devono fare i salti mortali per non sbellicarsi. E anche quando non ridono, ti sembra di sentirli... <<Poveretto! Che cavolo di... ah ah ah... chissà come fa quando deve...?>> 
Non riesci a lavorare. Non riesci a vivere, e neppure a morire. Hai paura di morire, perchè da morto non potrai più difenderti, quando rideranno di te."
Clinton Brown 

TRAMA
Redattore presso il "Courier" di Pacific City, anonima cittadina di provincia, Clinton Brown è un tipo scaltro e smaliziato (pure troppo), abile manipolatore, autentico cocco del padrone del giornale, rispettato e temuto dai colleghi e per giunta, è anche un bel ragazzo dal carattere spigliato che piace molto alle donne. 
Ma Clinton nasconde a tutti un segreto che gli ha sconvolto la vita: infatti durante una missione in guerra qualche anno prima, è rimasto ferito ai genitali ed ha perso la virilità. Questo incidente, che traumatizzerebbe pesantemente qualsiasi uomo, lo ha spinto verso l'alcolismo ed alla separazione dalla giovane moglie, riempiendolo di un rancore sordo e latente verso il resto del mondo. Soprattutto nei confronti di Dave Randall, il suo attuale direttore, che in tempo di guerra era anche il colonnello che diede l'ordine a Brown di lanciarsi nella missione che gli costò così cara. Randall, preso dai sensi di colpa, cerca di aiutare in qualunque modo Clinton, mentre quest'ultimo non perde occasione per punzecchiarlo crudelmente ricordandogli che è grazie a lui se ora è diventato Un uomo da niente.
Nel frattempo Brown deve anche occuparsi del caso degli omicidi attribuiti al cosiddetto "Uomo che ride", un serial killer dallo stranissimo modus operandi che ha già ucciso alcune donne, tra le quali l'ex moglie di Clinton, e che lascia vicino ai cadaveri bizzarre poesie
Ad occuparsi delle indagini è il detective Lem Stukey che è una delle vittime preferite dal "buon" Brownie, il quale si diverte un mondo a stuzzicarlo con i suoi ricatti e giochetti mentali, ma forse stavolta è bene fare molta attenzione perchè potrebbe bastare davvero poco per stravolgere tutto...

RECENSIONE
Romanzo che era finito nel dimenticatoio, come purtroppo molti altri di Thompson, e fortunatamente ristampato di recente, questa è la storia cupa e disperata di un uomo che non si sente più tale e che nel corso del tempo ha covato una rabbia talmente violenta nei confronti di tutto e tutti da fargli quasi perdere il senno e farlo sprofondare nel tunnel dell'alcolismo.
Thompson si conferma perfettamente a suo agio nel raccontare situazioni al limite e personaggi sconfitti e tormentati, facendo anche pensare che egli abbia sempre cercato di inserire nei suoi lavori molti elementi autobiografici, come la sua esperienza di giornalista super precario, o la dipendenza dall'alcool.
Un uomo da niente è comunque un gran bel noir, forse non il migliore dello scrittore originario dell'Oklahoma, ma rimane da dire che se cercate un libro che sia avvincente e che vi procuri piacere nel leggerlo, allora lo avete trovato.

BF


Nella nostra libreria:
Jim Thompson
Un uomo da niente (The Nothing Man)
ed. Einaudi Stile Libero Big
242 pag.
traduzione di Luca Briasco




 

mercoledì 23 ottobre 2013

Novecento - Alessandro Baricco (1994)

"<<Lei è quello che ha inventato il jazz, vero?>>
<<Già. E tu sei quello che suona solo se ha l'Oceano sotto il culo, vero?>>"
Novecento e Jelly Roll Morton

TRAMA
Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento ha trascorso tutta la vita sul transatlantico Virginian, e quando dico tutta la vita intendo proprio tutta. Egli infatti è nato sulla nave, e quando essa ha attraccato nel porto di Boston è stato abbandonato dalla madre, che lo ha lasciato sul pianoforte del salone della prima classe.
Viene accolto dall'equipaggio come uno di loro, e quando il bimbo ha otto anni si scopre dotato di un incredibile talento nel suonare il pianoforte. E così, da allora, entra a tutti gli effetti a far parte della Atlantic Jazz Band.
Nel 1927 anche il trombettista Tim Tooney viene assunto come membro della band. Ed è allora che il musicista, che è il narratore del monologo, conosce Novecento. Questo incontro cambierà la sua vita ed il suo modo di vedere il mondo, tanto da spingerlo a raccontarci la straordinaria Leggenda del Pianista sull'Oceano.

RECENSIONE
Bisogna riconoscere che Baricco sa fare bene il suo mestiere. Sta descrivendo una scena qualunque, e poi, all'improvviso, fran, butta lì quelle due o tre parole che la rendono poetica e meravigliosa.
Devo confessare che Novecento non è il primo libro dello scrittore torinese che ho letto, ma il secondo. Il primo è stato Seta, che non posso dire che non mi sia piaciuto, anzi. Il libro è scritto molto bene. Ma, forse sarò tonta, non l'ho capito. Non ho capito che senso abbia, o cosa significasse, o dove volesse andare a parare.
Così ho deciso di accantonarlo momentaneamente per riprovare a leggerlo più avanti.
Novecento invece è partito avvantaggiato, avendo io visto più volte il meraviglioso film di Giuseppe Tornatore La leggenda del pianista sull'oceano; così, quando in libreria stavo curiosando alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere e mi si è presentato davanti, non mi sono fatta scoraggiare dalla mia esperienza precedente e l'ho acquistato.
Come potete indovinare dal fatto che ne sto parlando, la seconda volta è andata bene. Il monologo, che si legge tranquillamente in meno di un'ora, contiene tutti gli elementi di cui sono fatti i sogni: il viaggio, la musica, la speranza nel futuro e la forza dell'amicizia.
Se avete visto il film, non potete aspettarvi nulla di diverso: Tornatore è stato bravissimo e molto intelligente utilizzando alla lettera ciò che di fatto era già in partenza una sceneggiatura, ed il Maestro Morricone è riuscito a comporre la musica di Novecento, sia quella con "solo le note normali", sia quella con "quelle sue, che normali non erano".
Una storia da leggere prima di andare a dormire, per addormentarsi col brillìo della luna riflessa nel mare negli occhi.

BW

Nella nostra libreria:
Alessandro Baricco
Novecento
ed. Universale Economica Feltrinelli
62 pag.

    

martedì 22 ottobre 2013

Immagino tu sia già andato in buca - Irvine Welsh (2013)

"DEX: Vaffanculo! Non vi conosco, bastardi!
 DOCKSEY: Oh cazzo, sta ancora giocando. Sta ancora facendo finta di non conoscermi. Che stronzo maleducato, eh Jinks?
JINKS: Quello è il problema, con un sacco di gente carina. Pensano di poter trattare il resto del mondo come se non valesse niente. E fai bene, Dex. O almeno, di solito fai bene. Ma non questa volta."
Dex, Docksey e Jinks

TRAMA
Jinks e Docksey sono due piccoli delinquentelli di mezza tacca che decidono di rapire "il pezzo grosso" della malavita Dex e di incatenarlo all'interno di uno studio di registrazione in disuso.
Qui Dex viene sottoposto prima ad una specie di strano interrogatorio, poi brutalmente torturato fisicamente e psicologicamente dai due compari che sembrano nutrire verso di lui un odio feroce. 
Lo studio è insonorizzato, quindi nessuno può sentire le urla di dolore del prigioniero e pertanto i due complici possono sbizzarrirsi come vogliono. Ma perchè tutto ciò? Il rapito è una persona importante nel suo giro, se i due vengono scoperti rischiano di fare qualcosa di più di una brutta fine. E perchè Jinks in particolare, che sembra accusare alcuni misteriosi "sintomi", si dedica con maggiore crudeltà a queste pratiche con sadico divertimento?
Nel frattempo Laney, la ragazza di Dex, lo sta aspettando in un appartamento ma, non vedendolo tornare, inizia a preoccuparsi. A questo punto interviene Docksey che, spacciandosi per un uomo fidato del boss, la tranquillizza e ne soddisfa alcune piccole necessità per guadagnarne la fiducia, con lo scopo poi di vendicarsi di Dex sfogandosi sessualmente su di lei. Ma c'è un inconveniente: Docksey si innamora di Laney ed a questo punto gli eventi prendono una piega totalmente imprevista...

RECENSIONE
Copione teatrale che Welsh ha scritto per la pièce andata in scena per la prima volta a Leeds nel febbraio 1998 e pubblicato solo recentemente, Immagino tu sia già andato in buca è una brutale storia di vendetta e di violenza, che raggiunge il suo culmine in un finale a dir poco tragico.
Il testo è piuttosto crudo e selvaggio, e per ciò non raccomandabile a tutti, ma se avete già avuto a che fare con lo scrittore scozzese, forse avete più di un'idea di cosa aspettarvi. Welsh si sa, ama ribaltare i ruoli, e mai come in questo caso forse si può parlare di legge del contrappasso,  il tutto reso ancora più allucinato dal caustico umorismo sempre presente e che in molti apprezzeranno sicuramente. La trama fila via spedita e si legge in fretta, un testo non particolarmente impegnativo ma, per gli aspetti descritti prima, non certo spensierato
Da segnalare poi, un'interessante postfazione a cura dello stesso Welsh che, oltre a raccontare la genesi dell'opera, spiega anche qual'è il suo rapporto con il teatro e in genere con le altre forme di scrittura per lui meno usuali.
Se siete ancora digiuni dell'autore edimburghese, mi permetto infine di consigliarvi di cominciare leggendo prima altri libri molto più rilevanti, se invece ne siete fan di lunga data non perdetevi questa ulteriore chicca da aggiungere alla vostra libreria.

BF


Nella nostra libreria:
Irvine Welsh
Immagino tu sia già andato in buca (You'll Have Had Your Hole)
ed. Transeuropa Edizioni
142 pag.
traduzione di Vanni Santoni



lunedì 21 ottobre 2013

Corpi al sole - Agatha Christie (1941)

"[...] dov'è il fascino del mistero? Io sono della vecchia scuola e tutti quei corpi allineati mi ricordano la Morgue, l'obitorio di Parigi. Corpi... allineati su tavole di marmo... come carne da macello!"
Hercule Poirot

TRAMA
Il celeberrimo investigatore Hercule Poirot si trova a Leathercombe Bay, sull'Isola del Contrabbandiere, una rinomata località turistica nel Canale della Manica. Incredibilmente, non si trova lì per motivi professionali, ma semplicemente in vacanza, per divertirsi e riposarsi.
Al Jolly Roger, l'hotel presso il quale soggiorna il detective belga, si trovano ovviamente anche altre persone: tra tutti gli ospiti però spicca la bella Arlena Marshall, un'affascinante attrice che col suo arrivo scombussola la serena permanenza di diversi pensionanti.
Inizialmente il suo arrivo in realtà si limita a scatenare un gran numero di pettegolezzi, ma nulla più. Ma quando, una mattina, il corpo di Arlena viene trovato senza vita sulla spiaggia, si passa dal gossip alla nera. E Poirot si vede costretto, suo malgrado, ad abbandonare il suo placido status di turista e calarsi nuovamente dei panni dell'investigatore.

RECENSIONE
Scritto nel 1941, Corpi al sole è forse uno dei romanzi della Christie più famosi, grazie anche alle due versioni cinematografiche che ne sono state tratte. Il romanzo presenta il classico stile dell'autrice britannica, carico di suspance e colpi di scena, che ha reso popolare in tutto il mondo sia lei che i suoi due protagonisti principali: la cara vecchietta Miss Jane Marple e il perspicace detective Hercule Poirot.
Personalmente adoro leggere romanzi gialli, in particolar modo durante le due settimane di ferie estive. E quale romanzo si addice di più di questo, che fa di una vacanza il proprio luogo del delitto?
Un racconto appassionante consigliato a tutti coloro che sono fan del genere, della Christie o che semplicemente hanno voglia di far lavorare un po' "le loro celluline grigie".

BW

Nella nostra libreria:
Agatha Cristie
Dalla raccolta "Le grandi indagini di Poirot"
Corpi al sole (Evil under the sun)
ed. Oscar Mondadori
167 di 670 pag.
traduzione di Alberto Tedeschi

domenica 20 ottobre 2013

Post Office - Charles Bukowski (1971)

"Dopo averci fatto giurare, il tizio ci disse: <<Bene, ora avete un buon lavoro. Comportatevi bene e avrete un lavoro sicuro per tutta la vita>>. Sicuro? La sicurezza si poteva averla anche in galera. Tre metri quadrati tutti per voi senza affitto da pagare, senza conti della luce e del telefono, senza tasse, senza alimenti. Senza tassa di circolazione. Senza multe. Senza fermi per guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite. La compagnia di persone con gli stessi interessi. Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti."
Henry Chinaski

TRAMA
Passare le notti con l'amata Betty a fare sesso ed ubriacarsi pesantemente, ed alle cinque di mattina presentarsi in qualche modo in ufficio per prepararsi a consegnare la posta nei più squallidi sobborghi di Los Angeles, sotto il sole battente o violenti diluvi.
Henry "Hank" Chinaski vive così, è un postino decisamente fuori dall'ordinario che non va d'accordo con i rigidi (ed a volte assurdi) regolamenti dell'ufficio postale e nemmeno con i suoi sadici superiori che non perdono occasione per dimostrargli la propria ostilità, sbattendolo a fare il percorso di consegna più duro o con richieste di straordinari assolutamente immotivate.
Hank però è deciso a resistere, anche perchè intende passare da semplice supplente a postino fisso, in modo da ottenere così molti più diritti e vantaggi. Cosa che avviene, ma la situazione non sembra migliorare affatto e per Chinaski continuano le vicissitudini, tra bevute colossali, storie sentimentali che nascono e muoiono, casalinghe che non gli danno pace, colleghi insopportabili e cani famelici che attentano alla sua incolumità.

RECENSIONE
O bianco o nero. O dentro o fuori. Dopo aver letto poche pagine di questo romanzo semi-autobiografico dove il protagonista, Hank Chinaski, altro non è che l'alter ego di Bukowski, avrete già ben chiaro se lo stile dello scrittore tedesco naturalizzato americano farà al caso vostro o no.
Per questo io ho sempre reputato Post Office il libro ideale per fare la conoscenza con quello che è stato definito "il cattivo ragazzo della letteratura americana". Bukowski è così: può piacere oppure no, ma non si può certo sostenere che non sia onesto. Non ti nasconde nulla, quello che vuole dire lo dice e lo fa come vuole, in modo netto ed inequivocabile e se qualcuno non gradisce pazienza.
Il linguaggio è diretto, senza fronzoli e spesso sboccato, lo stile è estremo ed arrabbiato, ma anche brillante e pieno di vitalità. Volendo semplificare le cose si potrebbe dire che la filosofia di vita di Chinaski si può riassumere nella sua grande passione per le donne, per le corse dei cavalli e per le sbronze. Vero, ma non solo. Hank infatti, come Bukowski, non chiede commiserazione, sa bene a cosa va incontro comportandosi in un certo modo, ma non gliene importa nulla, e accetta ogni volta tutte le conseguenze del caso. A volte persino lui si chiede il perchè di questa sua tendenza all'autodistruzione, non riuscendo mai a trovare una risposta sensata. Quante volte infatti nel corso delle sue avventure lo si sente spesso esclamare: "Cristo, devo essere matto!", ma il tutto con il tono di chi ha capito le regole del gioco e, sapendo di non poter fare più tanto, cerca di sopravvivere il meglio possibile. Ed in alcuni frangenti nelle sue opere fa capolino una sensibilità che colpisce, forse perchè del tutto inaspettata.
In Post Office viene riassunta l'esperienza che l'autore ha vissuto realmente come dipendente delle poste per diversi anni, prima di intraprendere la carriera letteraria, pertanto moltissimi dei meravigliosi aneddoti del romanzo sono stati vissuti in prima persona e trasposti su carta con un'energia ed una forza veramente uniche.
Un libro che rientra tra i miei personali "Grandi Classici" e che consiglio caldamente, aldilà che si condivida o meno la visione cinica e misantropica nei confronti della società e del mondo che ne emerge dalla lettura.

BF



Nella nostra libreria:
Charles Bukowski
Post Office (Post Office)
ed. TEA
155 pag.
traduzione di Marisa Caramella


 

sabato 19 ottobre 2013

Messia di Dune - Frank P. Herbert (1969)

ATTENZIONE!!! Il libro di cui stiamo per parlare è il secondo del Ciclo  di Dune. Se non avete letto il precedente, intitolato Dune, vi sconsigliamo di proseguire con la lettura del post.



"Il dramma ricomincia."
L'Imperatore Muad'Dib, il giorno della sua ascesa al Trono del Leone

TRAMA
Sono passati dodici anni dalla vittoria dei Fremen sull'Imperatore Shaddam IV, e Paul "Muad'Dib" Atreides è ancora l'Imperatore della galassia. Insieme alla sorella Alia, alla madre Jessica ed alla concubina Chani governa l'intero universo dalla sua base su Arrakis, il quale si sta lentamente trasformando nel sogno del planetologo Kynes: un pianeta ricco di umidità e vegetazione.
Ma non tutti sono contenti di questa nuova epoca di pace: l'ordine del Bene Gesserit, con la complicità della Gilda Spaziale e dei Tleilaxu, vorrebbe sconfiggere proprio il frutto del suo millenario programma di accoppiamenti selettivi, poichè ne ha perso il controllo.
La stessa Principessa Irulan, la moglie di rappresentanza di Paul, è una Bene Gesserit, e sa che il modo migliore per colpire il marito consiste nell'impedirgli di avere un erede con Chani, e nel contempo riuscire a dargli ella stessa un figlio. Così, di nascosto, somministra alla rivale un potente contraccettivo, che non solo le impedisce di rimanere incinta, ma la remde anche sempre meno fertile.
Un altro pericolo potenzialmente fatale per l'Imperatore è l'inaspettato regalo che riceve da parte della Gilda Spaziale: un ghola, ovvero un clone creato dai Tleilaxu partendo dalle cellule di un uomo appena morto, di nome Hayt. E Hayt è il ghola creato dal corpo di Duncan Idaho, il fedele servitore degli Atreides morto per salvare Paul.
Naturalmente tutti appena vedono Hayt capiscono subito che si tratta di una trappola, ma per salvaguardare il precario equilibrio politico Paul accetta di buon grado il dono.
A questo punto, tutto è nelle sue mani; Muad'Dib dovrà valutare bene, aiutandosi con la prescienza, cosa sia meglio fare, combattendo nemici mortali e conflitti interiori.

RECENSIONE
Seguito del mastodontico predecessore, Messia di Dune potrebbe sembrare un libro di transizione, mirato solo ad introdurre situazioni e personaggi che verranno riproposti nel terzo libro del Ciclo di Dune. Ma man mano che si procede con la lettura del romanzo, ci si accorge che, per quanto effettivamente introduca situazioni e personaggi nuovi, rimane comunque un capitolo fondamentale della storia.
Come gli altri lavori di Herbert, non è una lettura semplice, nè alla portata di tutti. Ma se avrete la determinazione e soprattutto la passione necessarie a terminarlo, non potrete fare a meno di voler cominciare subito dopo il terzo volume del Ciclo.


BW

Nella nostra libreria:
Frank P. Herbert
Messia di Dune (Dune Messiah)
ed. Fanucci Editore
278 pag.
traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli



venerdì 18 ottobre 2013

Mucho Mojo - Joe R. Lansdale (1994)

"La casa era calda e lercia, il caminetto era pieno di sporcizia, e ovunque c'erano grandi matasse di ragnatele. Al nostro passaggio, la polvere si alzava e volteggiava nella luce che colava tra i pesanti tendaggi delle finestre, e c'era un puzzo di stantio che veniva da un sacco di cose. Una, ne ero certo, era zio Chester in persona."
Hap Collins

 
TRAMA
In una mattina di luglio sotto il sole cocente del Texas, nel vivaio di rose  presso cui ha trovato lavoro (al solito precario) Hap Collins, si presenta l'amico Leonard chiedendo di poter parlare con lui.
Chester Pine, lo zio di Leonard, è morto, quindi i due si recano insieme a comprare gli abiti per il funerale dopodichè, durante una bevuta consolatoria, Leonard confessa che anche se zio Chester non approvava affatto il suo stile di vita, in fondo gli era molto affezionato, essendo stato per lui quasi come un padre.
Dopo la cerimonia funebre Florida Grange, una giovane avvocatessa di colore alla cui bellezza Hap fin da subito non è affatto immune, comunica a Leonard che il defunto zio lo ha citato nel testamento, pertanto egli deve presentarsi nel suo studio il giorno dopo per conoscere in cosa consiste il lascito.
Zio Chester lascia in eredità al nipote la sua vecchia casa diroccata, la stessa in cui Leonard da ragazzo ha trascorso molto tempo, oltre ad una bella somma di denaro e ad una busta contenente tantissimi buoni omaggio validi per alcuni ristoranti e fast food della zona.
La casa, che si trova nel quartiere più malfamato della città, ha decisamente bisogno di ristrutturazioni, così Leonard convince Hap a dargli una mano nei lavori necessari per renderla di nuovo confortevole per poi eventualmente venderla ad un prezzo maggiore.
I due amici si mettono sotto di buona lena e, dopo aver fatto conoscenza con l'anziana invalida MeMaw Carter, adorabile vicina di casa che si sdebita con loro per alcune gentilezze nei suoi confronti preparandogli squisite torte di mele, trovano anche il tempo di litigare con una banda di spacciatori di crack che occupano la casa di fronte.
Ma un giorno fanno un'agghiacciante scoperta: sotto le assi della cantina trovano infatti lo scheletro di un bambino rinchiuso in un baule. Dentro il baule sono presenti anche diverse riviste pedopornografiche.
Immediatamente Hap e Leonard avvertono la polizia, che si presenta da loro nella persona del tenente Marvin Hanson e dal suo vice Charlie Blank e vengono a conoscenza del fatto che da qualche tempo ogni anno, nel mese di agosto, nel quartiere scompare un bambino di colore, solitamente figlio illegittimo di una qualche prostituta della zona. Zio Chester si era presentato più volte a denunciare i fatti ma il capo della polizia locale però, aveva sempre fatto in modo di non approfondire troppo questi avvenimenti, in considerazione del fatto che avvenivano tutti nella zona definita "marcia" della città.
Nel frattempo, dopo che dalla cantina di casa Pine spuntano purtroppo altri scheletri di bambini, l'improvvisata coppia di detective ritrova il cadavere di un amico di zio Chester all'interno di un furgoncino affondato in uno stagno. Le indagini intanto proseguono e quello che si incomincia a delineare è un quadro davvero terribile, che pare coinvolgere diversi membri "insospettabili" della comunità.

RECENSIONE
Seconda avventura per Hap e Leonard e, mentre per il precedente Una stagione selvaggia abbiamo parlato di libro bello, ma non eccezionale, bisogna subito dire che per quanto riguarda Mucho Mojo invece, siamo assolutamente in "zona-capolavoro".
La trama infatti è molto più articolata rispetto a quella del suo predecessore, e forse anche in virtù del tema trattato, molto più "nera". La scrittura di Lansdale è il consueto cocktail di azione, colpi di scena e dialoghi memorabili e la caratterizzazione dei personaggi, incredibilmente convincente. 
Preferisco quindi non dilungarmi eccessivamente su questo lavoro,  anche perchè c'è poco da dire senza incappare nel rischio spoiler. Questo è uno di quei libri che, una volta aperti, non ti lasciano più andare e ti trascinano fino alla fine senza che tu, caro lettore, riesca a separartene per più di qualche ora. Se non vi fidate delle mie parole, ritenendole magari esagerate, lasciate almeno che vi dica che le persone alle quali ho prestato Mucho Mojo, TUTTE mi hanno detto che si tratta di un libro splendido.
Non sarebbe forse il caso di dargli una possibilità?

BF

Nella nostra libreria:
Joe R. Lansdale
Mucho Mojo (Mucho Mojo)
ed. Einaudi Stile Libero Noir
278 pag.
traduzione di Vittorio Curtoni